Nella sua funzione tradizionale, l’Amministrazione comunale è l’ente erogatore di beni e servizi di pubblica utilità, previsti per legge, cui ci si rivolge per tutte le questioni di competenza (e non solo, essendo l’interlocutore più prossimo per il cittadino). All’Amministrazione comunale, nell’immaginario collettivo, spetta farsi carico di trovare le soluzioni al vivere comune, andando a soddisfare quei bisogni che il cittadino giustamente rivendica. L’esperienza ci insegna come, spesso, ogni buon proposito di chi governa si scontri con la forza delle cose e con i vincoli imposti da risorse disponibili, procedure amministrative complesse, burocrazia imperante.
A questa visione tradizionale, ne proponiamo una alternativa. Il Comune può svolgere la sua missione istituzionale con un ruolo rinnovato all’interno di un’alleanza di comunità: Il Comune, attraverso i propri uffici ed enti strumentali, impegnato nel soddisfare le esigenze dei cittadini e/o delle parti che formano la comunità, diventa l’Ente che attiva le reti di cui è composta una comunità perché la risposta al bisogno sia la comunità stessa a fornirlo, attraverso l’alleanza delle sue parti, ciascuna secondo il proprio ruolo e competenza.
Il Comune quale agente di sviluppo locale, per una nuova azione amministrativa, fondata su una nuova forma di relazione fra Pubblica Amministrazione e comunità, riassumibile in un’Agenda per l’Innovazione Sociale e per lo Sviluppo sostenibile dei Comuni (AGISCO)”.
L’alleanza di comunità vuol dire trasformare le collaborazioni in essere (presenti anche sul nostro territorio) in un sistema integrato d’intervento. Vuol dire formalizzare modalità di lavoro con atti pubblici dove avviene il reciproco riconoscimento del ruolo di ciascuno.
Questa approccio porta con sé una visione diversa sia d’intendere l’agire politico che il concetto stesso di partecipazione. All’interno dell’alleanza di comunità gli enti coinvolti sono co-responsabili insieme al Comune delle azioni che riguardano la comunità stessa e concorrono al raggiungimento degli obiettivi condivisi, secondo il principio di cooperazione.
L’Amministrazione comunale quale ente capofila e garante dell’attivazione di un’alleanza comunitaria con gli Enti del territorio (CISSA-Consorzio Intercomunale dei Servizi Socio Assistenziali, Istituti scolastici, Centro per l’impiego, ASL, Parrocchie, associazioni ed enti del terzo settore, associazioni di categorie e mondo produttivo), affinché sia la comunità, nelle sue parti costituenti, secondo il principio di solidarietà e sussidiarietà, a delineare le migliori soluzioni sia per le questioni urgenti che per i progetti di ampio respiro.
Un’alleanza di comunità, capace di dar vita a un “soggetto collettivo multi-esperto”, frutto dell’integrazione di saperi, risorse e azioni dei soggetti, pubblici, privati e del terzo settore. Il Comune non come “risponditore
automatico” delle esigenze del vivere comune ma come ri-generatore di una comunità in grado di provvedere a sé stessa, attivando le reti di prossimità [4].
Tale orientamento trova concretezza nella previsione di istituire “Tavoli di Programmazione e Lavoro (TPL)”, formalizzati con apposito atto pubblico quali luoghi di concertazione e condivisione delle politiche pubbliche a supporto dei diversi assessorati di competenza. Non semplici consulte ma spazi di partecipazione reale alle scelte da compiere.
Si prevede l’adozione di un Atto deliberativo per la nascita dei tavoli, normandone la composizione, il ruolo e le competenze, nei seguenti settori:
TPL – IMPRESE e LAVORO – rappresentanti delle associazioni di categorie, associazioni di via, centro per l’Impiego, agenzie interinali;
TPL – SALUTE E SOLIDARIETÀ – CISSA, ASL, Caritas parrocchiali, associazioni sociali;
TPL – SISTEMA EDUCATIVO – scuole, parrocchie, associazioni giovanili;
TPL – SPORT E TEMPO LIBERO – associazioni sportive e ricreative, scuole;
TPL – CULTURA e ASSOCIAZIONI – in questo caso il tavolo sarebbe l’Assemblea dei partecipanti della Fondazione Via Maestra, dando piena attuazione a quella parte dello statuto che prevede un coinvolgimento diretto (consultivo e propositivo) del mondo delle associazioni.
appendice
[4] “Non è più possibile in termini di efficacia pensare in modo individuale… Sento che c’è bisogno di costruire comunità di pensiero autenticamente crossover, in cui cultura, salute, welfare, educazione, economia s’incontrino e co-progettino. Ma è necessario andare oltre anche la dimensione del professionismo, ci vuole una comunità crossover con coloro che sono “esperti di vita”: donne, famiglie, giovani, anziani, cittadini tutti “adulti e competenti” che conoscono i propri bisogni e risorse”. (Alessandra Rossi Ghiglione).