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Il contesto politico e normativo di riferimento

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L’agenda 2030 rappresenta il documento principale riconosciuto dalla comunità internazionale, cui si ispirano le politiche pubbliche dei governi, nonché la stessa Unione Europea. Anche l’Italia ha recepito gli indirizzi contenuti nelle diverse disposizioni normative. Già nel 2016, si leggeva nel DPEF che “l’esperienza del monitoraggio delle politiche pubbliche attraverso gli indicatori di benessere si irrobustisce secondo il percorso indicato dalla Legge di bilancio (163 del 2016). Per il secondo anno è stata presentata la Relazione al Parlamento sugli indicatori Bes (febbraio 2019) che contiene una prima valutazione dei possibili effetti della legge di bilancio sugli indicatori di benessere. La serie storica dei 12 indicatori in linea con gli obiettivi del millennio”.
Nel nostro Paese, il livello di raggiungimento dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibili viene misurato con l’aiuto di un rapporto dell’ISTAT, denominato Rapporto BES benessere equo e sostenibile [3]. Infatti, non è più solo la crescita economica ad indicare il grado di sviluppo raggiunto ma il può ampio ed onnicomprensivo concetto di benessere, misurato attraverso un sistema di indicatori in grado di misurare l’evoluzione del benessere nelle sue diverse dimensioni, in linea con gli obiettivi dell’Agenda e declinati in 12 ambiti di osservazioni, con una particolare attenzione alle differenze territoriali, per genere e generazione.
Il contesto delineato dall’insieme dei Rapporti esaminati rappresenta il quadro di riferimento in cui si inseriscono le linee programmatiche del Governo italiano e delle diverse Amministrazioni regionali, improntate ad affrontare la sfida di una nuova stagione che faccia dell’Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile il suo punto di forza.
Il nostro programma si inserisce nel contesto normativo delineato, contestualizzando il nostro agire all’interno di uno scenario di interconnessione che collega il locale al globale.
Il contesto descritto, oltre all’ancoraggio normativo, suggerisce la necessità di fondare le politiche pubbliche sulla base di indicatori oggettivi al fine aggiornare/correggere, sia in corso sia ex post, le scelte adottate. Al contrario, spesso la politica locale si nutre più della somma/sintesi di indicatori da percezione di chi abita il territorio, non supportati da dati reali.
Il nostro progetto si propone di capovolgere tale logica, senza rinunciare al dato di esperienza del vissuto ma integrato da dati con indicatori misurabili, in grado di definire i bisogni della comunità, per compiere scelte consapevoli, prudenti e oculate.


appendice[

[3] https://www.istat.it/it/archivio/236714