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ANCORA SULLA “VARIANTE 15”

Diadmin

Gen 17, 2021

Secondo l’ente pubblico ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) nell’anno 2018 si sono cementificati 51 km2 di territorio italiano (5.100 ettari; un ettaro equivale, grosso modo, a due campi di calcio), pari a 14 ettari/giorno. Ogni giorno scompare un’area pari a quasi 30 campi di calcio. Un decimo del territorio è cementificato, 380 m2 per ogni cittadino; ma se considerassimo le pianure e le basse colline, dove è concentrata la maggior parte della popolazione, tale frazione raddoppia, addirittura triplica in certe aree.
Negli ultimi sei anni l’Italia ha perso superfici in grado di produrre tre milioni di quintali di prodotti agricoli e ventimila quintali di prodotti legnosi e di assicurare lo stoccaggio di due milioni di tonnellate di carbonio e l’infiltrazione di 250 milioni di m3 di acqua piovana che ora, scorrendo in
superficie non è più disponibile per la ricarica delle falde, aggravando il dissesto idrogeologico. Tale consumo di terra libera produce un danno di 2/3 miliardi euro/anno per la perdita dei servizi ecosistemici del suolo.
Il processo di cementificazione in Italia è il più elevato in Europa e ciò accade in un Paese molto speciale:

I comuni interessati da rischio sismico più o meno elevato sono la maggioranza. Si salvano la Sardegna, la Puglia meridionale e parte dell’Italia settentrionale (quasi l’intero territorio italiano è zona sismica).
• Presenza di vulcani, non solo l’Etna ed il Vesuvio, ma anche quelli sui fondali marini del Tirreno.
• Le aree a elevato rischio idrogeologico sono molto estese, il 10 % del territorio nazionale, oltre a quelle a rischio moderato. Solo il 20 % dei comuni non presenta problemi. È una condizione naturale che dipende dalla storia geologica della penisola italiana.
• La densità di popolazione nel mondo è pari a 48 abitanti/km2
. 113 abitanti/km2 quella media europea. 206 abitanti/km2 in Italia, che raggiunge 415 abitanti/km2 (tra le più elevate nel pianeta) in
pianura, che occupa un quinto del territorio nazionale.
• L’Italia è una straordinaria area di concentrazione di specie; è il Paese europeo che presenta il più alto numero: metà di quelle vegetali ed un terzo di quelle animali presenti in Europa. Alcune famiglie di Invertebrati sono presenti in misura doppia o tripla rispetto ad altri Paesi europei.
• Secondo Oscar FARINETTI (cfr. video “la fortuna di nascere in Italia” – YouTube”) in Italia sono presenti 7.000 specie di vegetali commestibili, il secondo Paese al mondo (Brasile) ne ha 3.300. Sono presenti 58.000 specie animali, seconda la Cina con 20.000. 1.200 vitigni autoctoni, seconda
la Francia con 222. 533 cultivar di olive, seconda la Spagna con 80. 144 cultivar di grano duro, secondo gli USA con 6.
• L’Italia è la Nazione che detiene il maggior numero dei siti di valore universale individuati dall’UNESCO. Nel nostro Paese vi è la più alta “concentrazione” di beni ambientali e culturali.
• L’Italia può vantare una bellezza unica del paesaggio, tutelato dalla Costituzione (La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione). Questa è l’Italia ed in tale condizioni è evidente che l’impatto più grave è dovuto proprio alla cementificazione: è una questione ampiamente documentata da diversi decenni; già negli anni
Novanta fu coniato lo slogan “consumo zero del suolo”. La coalizione di centro sinistra (guidata da Nicola POLLARI) che vinse le elezioni del 2005, prevedeva, nel proprio programma, chiari riferimenti alla Conferenza di Rio, al Protocollo di Kioto, all’Agenda 21 ed alla Carta di Alborg e piena coerenza con “…la sostenibilità ambientale…” cioè con la
“…conservazione del capitale naturale e quindi in un tasso di consumo delle risorse rinnovabili che non deve eccedere il tasso di ricostituzione naturale delle stesse”. Ma proprio quella coalizione diede il via ad una politica di espansione edilizia, fino a prevedere la variante strutturale 15 al P.R.G.C.
“…riguardante l’adeguamento della capacità edificatoria residenziale…):

• interessa un’area di circa 240.000 metri quadrati;
• 1.200 – 1.400 nuovi alloggi;
• 3.000 – 3.500 nuovi abitanti a Venaria;
• incremento del traffico con 1.500 – 2.000 nuove automobili.
La coalizione di Centro-Sinistra (guidata da Giuseppe CATANIA) vinse di nuovo le elezioni del 2010; nel programma elettorale considerava con attenzione il problema della cementificazione; emergevano chiari slogan: “costruire sul costruito”, “piano regolatore a consumo zero di nuovo suolo”, “stop al consumo del suolo”. Ma poco o nulla venne fatto per arrestare la variante 15. Durante l’ultima consiliatura, guidata da Roberto FALCONE (Movimento Cinque Stelle), sebbene nel programma elettorale, a proposito della “urbanistica sostenibile”, si sostenesse la necessità di
“…favorire il recupero e il restauro del patrimonio edilizio esistente o, comunque, costruire sulle aree da riqualificare o industriali dismesse e non su aree verdi o agricole”, le procedure amministrative sulla variante 15 sono proseguite, fino ad arrivare allo stato attuale, quando stanno per partire i nuovi cantieri.
La variante 15 è il processo di cementificazione di un’area ancora libera della Venaria più importante dagli anni Novanta ed è stata voluto dal centro-sinistra, cioè proprio da quella parte politica dalla quale ci si aspetta maggiori sensibilità e attenzione verso l’ambiente e la sostenibilità.
Inutile affermare che, in fondo, si tratta di un’area di “appena” 240.000 metri quadrati, oppure che risulterà un “bel” quartiere, con palazzi realizzati secondo i criteri più moderni sotto il profilo energetico (e ci mancherebbe altro), con ampi spazi pubblici. Di fatto è una vera e propria
cementificazione, utile per la speculazione, che non ha margini per le giustificazioni; essa rappresenta l’icona della reale sensibilità verso l’ambiente, verso la bellezza, verso la sostenibilità,… purtroppo
ancora oggi di una parte consistente della politica della nostra città: il partito trasversale della betoniera.

Venaria Reale, marzo 2020
Gian Carlo PEROSINO

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