Se ci posizioniamo in Piazza Annunziata, e con un compasso tracciamo idealmente un cerchio in linea d’aria nel raggio di poco meno di 500 metri ci sono 10 fabbricati/aree dismessi per un totale di oltre 40.000 metri quadrati di spazi vuoti tra edifici comunali, di proprietà demaniale e di privati.
Se al conteggio aggiungiamo il vecchio ospedale e i diversi locali sfitti lungo via Mensa, abbiamo l’idea di come questo rappresenti il vero ostacolo per qualsiasi ipotesi di rilancio del commercio e di sviluppo non solo del Centro storico ma dell’intera Venaria.
La riapertura e restituzione alla collettività dei contenitori vuoti è la pre-condizione per trasformare finalmente l’asse commerciale Via Mensa e Viale Buridani in quel centro commerciale naturale della Città.
Ripensare il commercio di vicinato e su arre pubbliche all’interno del percorso che dalla Reggia si snoda fino a I Portici, passando per Piazza De Gasperi.
È necessario un piano di sviluppo locale per riqualificare le aree individuate in un disegno integrato a forte vocazione turistica e culturale.
Venaria strategica ha questa ambizione. Coinvolgere gli enti sovracomunali che furono i promotori del progetto La Venaria (Agenzie del Demanio, MIBAC, Regione Piemonte, Università), affinché in un processo di alleanza di comunità, si elabori un progetto d’intervento per completare la trasformazione di Venaria attuando quell’Unicum in un sistema virtuoso di reciproco beneficio con la Reggia.
In questo quadro è necessario ripensare le aree pre-parco (Consorzi Martiny e Artico, ex Icove) in ottica di recupero e/o riconversione, verificando la compatibilità urbanistica in modo da ipotizzare progetti di riqualificazione urbana e delle fasce fluviali interessate. Connotando le aree d’intervento che oggi vedono un mix di destinazioni e attività con diversi edifici non utilizzati.
Un’occasione di sviluppo la cui diretta conseguenza sarebbe la creazione di nuovi posti di lavoro, in funzione della capacità di attrarre investimenti sul territorio.