Da quest’anno scolastico il _Curriculum dello studente_ (introdotto dalla legge n° 107/2015, disciplinato dal Dlgs n° 62/2017 ed il cui modello è stato adottato con DM n° 88/2020) entra a far parte delle documentazioni fondamentali per l’esame di Stato e per l’orientamento dello studente.
La commissione d’esame, in sede di colloquio, dovrà tener conto delle certificazioni e delle attività extrascolastiche riportate. Si tratta di uno strumento utile per la rielaborazione di esperienze formative e significative vissute al di fuori del contesto scolastico (si pensi ad esempio alla partecipazione a stage, convegni e all’impegno attivo in
associazioni di volontariato), ma che potrebbe creare differenze se ci si focalizza soltanto sulle attività extrascolastiche che prevedono spese aggiuntive per le famiglie.
Sappiamo bene come alcuni stage e corsi per l’acquisizione di certificazioni abbiano costi onerosi e non sono, pertanto, accessibili alle famiglie in difficoltà economica. Sarebbe, dunque, necessario – in una scuola inclusiva, pubblica e gratuita – garantire pari opportunità formative.
Siamo consapevoli di quanto sia importante incentivare la dilazione del campo di esperienza degli studenti, riconoscendo la frequenza e la partecipazione attiva in contesti culturali, associativi e formativi esterni all’ambiente scolastico, ma occorre garantire pari opportunità.
MIUR, Enti locali ed istituti scolastici dovrebbero attivarsi maggiormente per reperire fondi (borse di studio, voucher…) e per ampliare l’offerta formativa gratuita _(_promuovendo attività extrascolastiche e corsi finalizzati alle certificazioni che siano accessibili a tutti). #ugualiallapartenza
Sinistra Civica