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L’IMPRONTA ECOLOGICA nel mondo, in Italia e nella Venaria

Diadmin

Gen 14, 2021

Definizione di biocapacità (BioCapacity ⇒ BC): insieme dei servizi ecologici erogati dagli ecosistemi locali, stimata attraverso la quantificazione della superficie dei terreni ecologicamente produttivi che sono presenti all’interno della regione in esame.
Definizione di impronta ecologica (Ecological Footprint ⇒ EF): area totale di ecosistemi terrestri ed acquatici richiesta per produrre le risorse che la popolazione di una comunità consuma e per assimilare i rifiuti che la popolazione stessa produce.
La prima definizione riguarda il totale della massima potenzialità di produzione di materie e di energia e di capacità di smaltimento di rifiuti da parte del pianeta. La seconda il consumo totale di materie e di energia e la produzione di rifiuti della popolazione del pianeta. Sono valori (produzione/consumo) espressi con la stessa unità di misura [ha/anno], quindi confrontabili.
Dividendo il valore totale della biocapacità globale per il numero di abitanti del pianeta (quasi 7,8 miliardi) e considerando che una frazione del 12 % va riservata alle altre comunità viventi, risulta una disponibilità media pro-capite pari 1,83 ha/anno.
Il valore 1,83 ha/anno è la porzione della capacità biologica del pianeta a disposizione del cittadino medio. Oppure è l’impronta ecologica “teorica”, cioè quanto necessario per il sostentamento della singola persona a condizione che l’intero patrimonio del pianeta a disposizione dell’umanità, senza sfruttamento superiore alla sua “biocapacità”, fosse perfettamente ed equamente ripartito tra tutti i 7,8 miliardi di abitanti. Ma il valore medio “reale” procapite è superiore: circa 2,90 ha. Ciò significa che l’umanità sta consumando le risorse del pianeta ad un ritmo superiore a quanto il pianeta stesso riesce a riprodurre; vale il rapporto EF/BC = 2,90/1,83 = 1,58. In sintesi l’equazione di bilancio ecologico
(Ecological Budget ⇒ EB) è la seguente: EB = BC – EF = 1,83 – 2,90 = – 1,07 ha

Una situazione di Deficit evidente. Il succitato rapporto EF/BC = 1,58 si può esprimere anche come somma 1,00 + 0,58. Quello “0,58” significa che: l’umanità consuma risorse per un totale del 58 % superiore a quanto il pianeta è in grado di produrre. Il dato che in tal modo si ottiene serve per determinare il giorno in cui la popolazione mondiale ha consumato tutte le risorse terrestri disponibili: per il 2019 si è manifestato il 29 luglio (Earth
Overshoot Day); dal giorno successivo il pianeta viene sovrasfruttato dall’uomo, consumandolo circa 1,6 volte più velocemente della capacità naturale degli ecosistemi di rigenerarsi.

Secondo il Global Footprint Network (organizzazione internazionale fondata nel 2003 con basi negli USA, Belgio e Svizzera) ogni anno questa giornata si manifesta prima a causa dell’aumento dei consumi mondiali di natura. Nel 2017 fu “celebrata” il 2 agosto, nel 2010 il 9 agosto, nel 2000 il 23
settembre,… il 21 dicembre nel 1971. Il deficit iniziò a manifestarsi dalla fine degli anni Sessanta, come illustrato nel grafico seguente.
L’impronta ecologica media annua procapite dell’Italia vale, per l’anno 2017, EF = 4,5 ha, e la sua biocapacità BC = 1,1 ha. Risulta un deficit elevato, come accade, in generale, per i paesi più ricchi del pianeta. Fino agli anni Cinquanta il nostro Paese era in grado di autosostenersi; in pochi anni
l’impronta è rapidamente aumentata: nel 2017 l’Italy Overshoot Day si manifestò il 19 maggio, 70 giorni prima del succitato Earth Overshoot Day!

Per soddisfare la domanda degli italiani occorrerebbero 4 “Italie”. Se tutte le persone del pianeta consumassero quanto gli italiani sarebbero necessarie risorse di 2,6 pianeti. L’impronta ecologica del cittadino medio della Venaria Reale è leggermente superiore a quella media italiana, intorno a 5 ha.

L’impronta ecologica media procapite del cittadino USA è 10 ha, contro una disponibilità di suolo produttivo, sul suo territorio, di 5 ha (deficit di circa 5 ha). Un americano medio produce 730 kg/anno di rifiuti, mangia 100 kg/anno di carne, consuma 600 L di acqua/giorno e brucia energia quanto 4
italiani, 160 tanzaniani e 1.100 ruandesi. Ogni cittadino americano produce CO2 in quantità 27 volte la quota calcolata come “sostenibile”; per ogni italiano risulta un valore di 7,4 volte la quota sostenibile, mentre un cittadino dei paesi poveri produce appena 1/5 di quella quota. I paesi poveri hanno deficit bassi o positivi, in media, 0,5 ha contro i quasi due che spetterebbero loro; il Bangladesh con un valore inferiore a 0,1 ha.
L’insieme dei sistemi produttivi del territorio italiano potrebbe fornire, a ciascuno dei 60 milioni di italiani, una impronta ecologica di 1,04 ha: il popolo italiano consuma risorse per le quali sarebbe necessario un territorio oltre 4 volte più grande (5 volte se considerassimo il cittadino medio di Venaria). Tre cittadini poveri del Mondo vivono di stenti per consentire lo stile di vita di un italiano medio (quasi 10 quelli per mantenere il cittadino medio americano). Un italiano medio produce 398
kg/anno di rifiuti e quasi il doppio di CO2 rispetto alla media mondiale, consuma 150 kg/anno di carta (4 volte la media mondiale), il triplo dei combustibili fossili rispetto alla media mondiale e 23 volte di un indiano e possiede un’auto ogni due individui (una ogni dieci la media mondiale, una ogni 500 quella indiana).
CONCLUSIONI: per diventare ecologicamente sostenibili (e più equi) dovremmo ridurre i nostri consumi del 75 %.

Cosa ciò può significare sul piano politico?

Per saperne di più: www.green-crest.blog ⇒ area didattico/divulgativa ⇒ “2018 – impronta ecologica.pdf”
Venaria Reale, agosto 2019
Gian Carlo PEROSINO

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